E’ allarme coronavirus al Centro-sud. Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, stigmatizza il comportamento di assembramento dello scorso fine settimana.
Il coronavirus continua a mietere contagi e vittime, anche se viene rilevato un rallentamento che fa ben sperare. Nella giornata di venerdì, la Protezione Civile ha aggiornato i dati: 14.955 persone positive al virus, 1.266 morti e 2.116 guarigioni in più.
Coronavirus, boom al Centro-sud?
Ora, a partire da oggi, l’Istituto superiore di sanità teme ci possa essere un’impennata dei casi di contagio al Centrosud, dove le strutture sanitarie non sarebbero in grado di reggere l’urto così come avvenuto con fatica al nord. “E’ verosimile aspettarci casi in questo weekend, in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana – ha spiegato il presidente Silvio Brusaferro -. L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. Speriamo di essere smentiti dai fatti“.
L’identikit del malato in terapia intensiva
Brusaferro ha inoltre tracciato l’identikit di chi finisce in terapia intensiva: si tratta di persone che hanno un’età media di 80,3 anni di cui solo il 25,8% donne. La fascia d’età più a rischio è quella tra gli 80 e gli 89 anni ma c’e’ un ulteriore dato che va tenuto in considerazione: “La maggioranza delle vittime aveva più patologie croniche, solo due erano non portatrici di patologie. Il 46-47% dei morti ne aveva almeno 2-3“.
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